È possibile lavorare dopo l’età pensionabile? La risposta è sì, fino a 70 anni ma ci sono dei requisiti da rispettare e delle circostanze precise. Ecco quali.
La pensione rappresenta un ambito traguardo per chi ha speso la propria vita al lavoro. Eppure c’è chi si domanda se sia possibile continuare a lavorare anche dopo l’età pensionabile, attualmente fissata a 67 anni.

La risposta è sì, è possibile e fino a 70 anni ma è chiaro che c’è bisogno di rispettare alcuni requisiti e che ci sono determinate circostanze che lo consentono. Ecco cosa sapere.
Quando è possibile continuare a lavorare dopo l’età pensionabile
A chi si domanda quando sia possibile continuare a lavorare dopo l’età pensionabile, attualmente fissata a 67 anni, la risposta è questa: per continuare a lavorare non è indispensabile formalizzare un nuovo contratto di lavoro o un accordo scritto. Due recenti pronunce della Corte di Cassazione hanno chiarito che la prosecuzione dell’attività lavorativa oltre tale soglia può avvenire sulla base di un’intesa, anche non esplicitata, tra datore di lavoro e dipendente.

La normativa vigente incoraggia il mantenimento del rapporto lavorativo fino ai 70 anni, offrendo vantaggi in termini di calcolo della pensione, grazie a coefficienti di trasformazione più vantaggiosi. Questo meccanismo non solo rende più allettante la scelta di rimanere in attività, ma non implica l’acquisizione automatica del diritto a continuare il lavoro. Il datore di lavoro, infatti, ha la facoltà di rescindere il contratto al raggiungimento dell’età pensionabile del dipendente. Tuttavia, la legge prevede che i benefici legati ai coefficienti di trasformazione siano calcolati fino ai 70 anni, incentivando così la permanenza nel mondo del lavoro oltre tale età.
È importante sottolineare che, anche superati i 70 anni, il rapporto di lavoro può essere esteso, benché i coefficienti di trasformazione rimangano fissi. Le decisioni della Corte di Cassazione, emesse a fine agosto, forniscono ulteriori dettagli su come debba essere gestita la prosecuzione del lavoro dopo i 67 anni. In particolare, la sentenza n. 23603 del 20 agosto 2025 sottolinea che la continuazione dell’attività lavorativa testimonia l’esistenza di un accordo tra le parti.

Il caso esaminato riguardava un dirigente che aveva proseguito il lavoro dopo i 70 anni e che era stato successivamente licenziato per aver superato l’età pensionabile. La Corte ha giudicato tale licenziamento illegittimo, interpretando la prosecuzione del lavoro come prova di un accordo tacito tra le parti. Un’altra sentenza, la n. 23616 dello stesso giorno, precisa che l’accordo, anche se non formalizzato, deve essere chiaramente attribuibile alla volontà di entrambe le parti. Una decisione unilaterale del datore di lavoro non è sufficiente a stabilire un’intesa; è necessario un ulteriore passo formale che confermi il consenso reciproco.
Queste sentenze evidenziano l’importanza di un’intesa, anche non esplicita, per la prosecuzione del rapporto di lavoro oltre l’età pensionabile. La possibilità di rimanere attivi nel mondo del lavoro dopo i 67 anni si rivela quindi accessibile a chi occupa posizioni che consentono una certa flessibilità contrattuale, come i dirigenti, ma anche ad altri lavoratori, a patto che vi sia un accordo con il datore di lavoro. La chiave sta nel riconoscimento reciproco della volontà di proseguire il rapporto lavorativo, che permette di superare la soglia dei 67 anni, mantenendo attiva la propria vita professionale e accrescendo il proprio montante pensionistico.