Paolo Mendico aveva 14 anni e viveva a Santi Cosma e Damiano, in provincia di Latina. L’11 settembre 2025, alla vigilia del nuovo anno scolastico, si è tolto la vita.
La sua famiglia parla di un bullismo persistente, descrivendo come Paolo fosse costantemente bersaglio di insulti, derisioni e pressioni fisiche. La richiesta di spiegazioni alla scuola e di risposte alle istituzioni sottolinea la gravità della situazione.

I genitori di Paolo hanno rivelato che il figlio era preso di mira da tempo, con offese che colpivano soprattutto il suo aspetto fisico. Episodi di accerchiamento e atteggiamenti sminuenti da parte di alcuni insegnanti hanno aggravato la situazione. Nonostante le segnalazioni, non sono stati presi provvedimenti efficaci, lasciando la famiglia senza un piano di protezione o un monitoraggio strutturato. Nelle ultime settimane, Paolo mostrava segni evidenti di sofferenza, esprimendo il desiderio di non voler tornare a scuola.
La Procura di Cassino ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, con gli inquirenti che stanno raccogliendo atti e testimonianze per comprendere meglio la dinamica e le eventuali responsabilità. L’attenzione è rivolta sia alla scuola media che all’istituto superiore frequentati da Paolo, con un focus particolare su chat e gruppi di messaggistica. L’obiettivo è identificare possibili condotte penalmente rilevanti o carenze organizzative.
Il Ministero dell’Istruzione interviene, avviati protocolli anti-bullismo
Il Ministero dell’Istruzione ha avviato verifiche interne per valutare l’efficacia dei protocolli anti-bullismo e delle azioni di prevenzione. Si punta a esaminare la gestione del passaggio dall’istituto di primo grado al superiore e a garantire l’applicazione delle linee guida, con un’attenzione particolare ai flussi di comunicazione tra famiglia e scuola.

Il fratello maggiore di Paolo ha inviato una lettera a Giorgia Meloni e al ministro Giuseppe Valditara, chiedendo misure immediate contro il bullismo. La lettera sottolinea l’importanza di procedure chiare, formazione specifica per il personale scolastico e strumenti rapidi per proteggere le vittime e separarle dagli aggressori, evidenziando la necessità di una maggiore responsabilità nelle risposte alle segnalazioni.
Secondo l’Istat, quasi un ragazzo su due tra gli 11 e i 17 anni in Italia ha subito episodi di prepotenza. La sfida per le scuole è applicare efficacemente le linee guida e i protocolli, garantendo una vigilanza adeguata e un’attenzione particolare alla gestione dei passaggi tra i cicli scolastici. Il caso di Santi Cosma e Damiano evidenzia la necessità di un sistema che sappia intercettare i segnali precoci e intervenire in modo efficace e tempestivo. Una situazione su cui è fondamentale intervenire.