Tassa per stare a MILANO: ecco cosa sta succedendo!

Ragazzi, ci risiamo. E oggi ve ne parliamo anche qui su Mincomes.it. Milano torna a chiedere parità di trattamento con la capitale sulla tassa di soggiorno. Se potesse alzare il tetto massimo da 5 a 10 euro a persona per notte, come accade a Roma, il Comune incasserebbe circa 20 milioni di euro in più ogni anno.

Ma come stanno le cose? Cosa sta succedendo rispetto a questo? A ribadirlo è stata Martina Riva, assessora al Turismo, durante l’inaugurazione di Apreski a Mind, alla presenza della ministra Daniela Santanché. “Non è una questione nuova — ha spiegato Riva —, chiediamo da tempo di poter applicare lo stesso limite di Roma. Quei fondi aggiuntivi servirebbero per sicurezza, decoro e trasporto pubblico, temi che incidono direttamente sulla qualità dell’offerta turistica milanese”.

Proviamo però a capire meglio quello che è accaduto. L’assessora ha chiarito che la proposta non è legata alle Olimpiadi invernali del 2026, ma a una revisione strutturale della norma. “Milano registra circa 800mila presenze al mese, soprattutto straniere. Con una rimodulazione della tassa, le risorse aggiuntive graverebbero in gran parte sui visitatori internazionali, non sui cittadini”.

Lo sanno tutti, addetti ai lavori e non. Da anni Palazzo Marino porta avanti questa battaglia: l’obiettivo è poter arrivare a 10 euro di imposta per gli hotel di lusso, in linea con le altre grandi mete turistiche come Venezia, Firenze e Rimini. Attualmente, solo per il 2025, Milano può chiedere fino a 7 euro a notte negli alberghi a 4 e 5 stelle, grazie alla legge sul Giubileo. Ma dal 2026 il tetto tornerà a 5 euro. E il Comune non ha intenzione di fermarsi qui. “Serve una regola chiara e duratura — ha ribadito Riva — per una città che ormai vive di turismo, non di eccezioni”.

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